Martino de Rubeis (Maestro Martino) deve il suo successo non solo alla sua passione per la cucina e alla sua cultura, testimoniata dal Platina, ma soprattutto agli incontri con personaggi importanti della storia del XV secolo.

Martino diventa cuoco ducale presso la corte degli Sforza, una famiglia nobile italiana, che governó  il Ducato di Milano dal 1450 al 1535.
Probabilmente fu cuoco personale di Bianca Maria Visconti, moglie di Francesco Sforza.

Al Castello Sforzesco di Milano è attestato che c’erano bleniesi impiegati nelle sue cucine, molto prima di Martino.

Imbandire una tavola con regole di corte e soddisfare le esigenze culinarie di persone di alto rango, significava avere una solida consapevolezza e sicurezza delle proprie possibilità. Dove hanno appreso tali competenze i bleniesi del XIV/XV secolo è difficile stabilirlo.

Gli sforza di Milano
Ludovico Trevisan, cardinal Lucullus

Ludovico Trevisan, forse Ludovico Scarampi Mezzarota, è un Cardinale CAMERLENGO, custode e amministratore dei beni e delle finanze di una comunità, specialmente religiosa. Divenne il primo consigliere papale, una sorta di segretario di Stato ante litteram già negli ultimi anni di vita di Papa Eugenio IV

Sopranominato Cardinal Lucullo, il Trevisan stanziava la somma di20 ducati al giorno(pari a circa600 Franchi svizzeri di oggi) da spendere per il cibo.

Il Cardinal Lucullus forse incontra Martino dagli Sforzae lo vuole a Roma. Apprezzava ancora di più l’arte di Martino neiperiodi di magro, per il digiuno quaresimale.
Mangiar di magro significa mangiare senza carne rossa, latticini e uova. Il pesce è consentito.

Questa enorme disponibilità di mezzi permetterà a Martino di elaborare la più importante ed abbondante produzione culinaria. Comincerà a scrivere le prime ricette che saranno raccolte nel suo manoscritto De arte Coquinaria, diventando un importante documento di riferimento della nuova cucina per tutti i suoi contemporanei.

Fu forse alla sua mensa che il Platina, ospite del cardinale, conobbe Martino, e tale fu l’ammirazione per il cuoco del Camerlengo, che nel suo futuro testo di gastronomia e di salute De honesta voluptate et valetudine” incorporerà le ricette del manoscritto di Martino.

L’opera del Platina è nata dal 1465-1475, la dedica del ricettario di Maestro Martino al Trevisan lo definisce “olim coquo” (una volta cuoco, ora non più): fu quindi redatto immediatamente dopo la morte del suo protettore.

 

Martino diventa cuoco segreto (personale) di Papa Paolo II e del suo successore Papa Sisto IV.

Papa Paolo II
Papa Sisto IV
Bartolomeo Sacchi, detto Il Platina

L’incontro con Bartolomeo Sacchi, detto il Platina segnerà la storia della gastronomia medievale-rinascimentale, fino a quella italiana dei giorni nostri.

Si deve il soprannome al suo paese d’origine di Piadena (Cremona). Grande umanista rinascimentale, sotto il pontificato di Paolo II prima e nominato poi nel 1478 da Papa Sisto IV primo direttore delle Biblioteca Vaticana. Può essere considerato il primo gastronomo italiano. A lui si deve il primo ricettario stampato della storia della gastronomia italiana De honesta voluptade et valetudine. (ca. 1474), nel quale incorporó in latino le ricette di Maestro Martino e fornì indicazioni sulle diete, sul valore conviviale e nutrizionale dei cibi. Le successive edizioni ebbero un’enorme popolarità in tutta Europa.

Dipinto (particolare): Sisto IV nomina il Platina prefetto della biblioteca Vaticana, Melozzo da Forlì, 1477, affresco, Pinacoteca vaticana, Città del Vaticano

A partire dal 1470 circa ritroviamo Maestro Martino a Milano, al servizio del conte Gian Giacomo Trivulzio, un condottiero tra il Regno di Napoli e di Francia. Questi sui complessi passaggi storici si riflettono anche all’interno dei ricettari di Maestro Martino: pietanze con indicazioni “alla catalana” o “alla siciliana” testimoniano i trascorsi politici del Trivulzio e il confronto con la cucina “internazionale” che il bleniese ha potuto conoscere.

Gian Giacomo Trivulzio